Alla base della disciplina urbanistica è la consapevolezza che la limitazione delle possibilità soggettive di modificare il soprasuolo, a favore di una regolamentazione affidata ai pubblici poteri, consente di perseguire un maggior bene collettivo. I metodi e gli strumenti sono vari e dipendono dalle culture maturate dalle comunità nei tempi e luoghi diversi.
Il laboratorio di urbanistica tratterà questi temi.
Bibliografia di riferimento
- A. Filpa e M. Talia, Fondamenti di governo del territorio. Dal piano di tradizione alle nuove pratiche urbanistiche, Carocci, Roma 2009.
- Edoardo Salzano, Fondamenti di urbanistica. La storia e la norma, Laterza, Bari 2003.
- Carlo Natali, L’analisi delle risorse nella formazione del piano strutturale, Ed. Alinea, Firenze 2004.
- Jan L. McHarg, Progettare con la natura, F. Muzzio ed., Padova 1989 (1° ediz. orig. N.Y. 1969).
Bibliografia consigliata
- L. Benevolo, Le origini dell’urbanistica moderna, Laterza, Bari 1978.
- H Bernoulli, La città e il suolo urbano, Corte del Fontego, Venezia 2006
- L. Spagnoli, Storia dell’urbanistica moderna (vol.2°), Zanichelli, Milano 2012
- A. Magnaghi, Il progetto locale, Bollati Boringhieri, Torino 2000.
- F. Steiner, Costruire il paesaggio: un approccio ecologico alla pianificazione del territorio, McGraw-Hill Libri Italia. Milano 1994.
- Patrizia Gabellini, Tecniche urbanistiche, Carocci, Roma 2001.
Obiettivi Formativi
Alla base della disciplina urbanistica è la consapevolezza che la limitazione delle possibilità soggettive di modificare il soprasuolo, a favore di una regolamentazione affidata ai pubblici poteri, consente di perseguire un maggior bene collet-tivo. I metodi e gli strumenti sono vari e dipendono dalle culture maturate dalle comunità nei tempi e luoghi diversi.
Partendo dalle problematiche che hanno determinato e determinano la necessità di disciplinare gli interventi negli inse-diamenti e nel territorio, il percorso formativo è orientato a fornire agli studenti le basi teoriche concettuali della disci-plina urbanistica, comprensiva dei necessari riferimenti storici e una prima conoscenza delle modalità con cui questa può rispondere alle istanze nelle varie situazioni contestuali attraverso gli strumenti e i metodi che le sono propri.
Tenuto conto che strumenti e metodi sono strettamente connessi agli obiettivi, che dinamicamente si rapportano nei tempi e nei luoghi alle istanze espresse dalla collettività e dalle sue istituzioni, obiettivo specifico del laboratorio è la loro sperimentazione alla scala locale, in una applicazione progettuale adeguata al livello formativo.
Alla conclusione del Laboratorio lo studente deve dimostrare di disporre delle conoscenze che gli consentano di struttu-rare il lavoro di costruzione del piano definendo la sequenza descrizione-interpretazione-prefigurazione-valutazione nel suo spessore scientifico, tecnico, amministrativo.
Il programma è concepito in modo integrato e non distingue pertanto i programmi dei singoli moduli didattici.
Prerequisiti
Unico prerequisito per sostenere l'esame è quello di aver sostenuto l'esame di Laboratorio dei Analisi del primo anno. Non ci sono prerequisiti per la frequenza
Metodi Didattici
L’organizzazione della didattica è mirata a che il processo di formazione e di sperimentazione necessario per sostenere l’esame avvenga durante lo svolgimento del corso di laboratorio.
Attraverso le modalità della didattica il laboratorio intende fornire agli studenti:
a) una formazione culturale di base, affidata alle lezioni teoriche e allo studio dei testi bibliografici;
b) un’informazione tecnica di base, affidata prevalentemente alle lezioni delle discipline caratterizzanti, ai riferi-menti tecnici forniti dal corso e alla bibliografia;
c) una formazione di base di carattere applicativo, affidata alle esercitazioni didattiche obbligatorie e all’eser-citazione annuale di laboratorio.
Il corso è pertanto articolato in cicli di lezioni teoriche, esercitazioni pratiche, revisioni collettive e discussioni.
a) Le lezioni teoriche sono finalizzate a formare gli studenti sulle problematiche e sui contenuti dell’urbanistica stori-cizzandone la dinamica e a fornire altresì gli strumenti tecnici, concettuali e metodologici necessari per le applicazione di laboratorio.
b) Le esercitazioni, vedi programma specifico, sono obbligatorie e finalizzate ad istruire gli studenti all’applicazione di alcuni strumenti disciplinari specifici e allo studio di una proposta progettuale nel campo della pianificazione urbanisti-ca. In dettaglio consistono in:
- eventuali esercitazioni individuali ex tempore in orario di lezione fatte su situazioni astratte e/o sul territorio scelto hanno la finalità di addestrare a elaborazioni tecniche specifiche o applicazioni/elaborazioni puntuali di norme;
- esercitazione annuale di laboratorio consistente in una esperienza di progetto in ambito di pianificazione generale da applicarsi nelle aree oggetto di studio nel Laboratorio di Analisi della città e del territorio. L’esercitazione sarà fatta utilizzando le analisi del quadro conoscitivo elaborate in esso, previa una sua eventuale messa punto finalizzata all’applicazione prevista. La sua esecuzione avverrà sia durante l’orario di laboratorio che con lavoro autonomo a casa.
c) Le revisioni collettive hanno la funzione di commentare e discutere problematiche e metodologie di interesse collet-tivo da applicare nei diversi contesti attraverso le elaborazioni concrete degli studenti;
d) Le discussioni programmate hanno lo scopo di dibattere e, eventualmente, chiarire i contenuti del corso e delle eser-citazioni anche sotto forma seminariale.
Potranno essere previste revisioni collettive con lo scopo di partecipare e discutere metodi seguiti, difficoltà incontrate e risultati, correggere gli errori più frequenti e, individuare le problematiche da porre alla base del progetto.
Altre Informazioni
La frequenza al laboratorio è obbligatoria. L’accertamento di frequenza è fatto durante lo svolgimento delle lezioni.
L’obbligo di frequenza è ottemperato quando le assenze non superano il 25% delle lezioni effettive. La mancanza o carenza di frequenza è condizione di esclusione dall’ammissione all’esame.
Sono esonerati dall’obbligo di frequenza gli studenti lavoratori certificati come tali, che dovranno concordare con i docenti le modalità di partecipazione al laboratorio.
Modalità di verifica apprendimento
Modalità d'esame
L’esame sarà orale (o scritto, su richiesta dello studente), con la presentazione degli elaborati predisposti per l’esercitazione e del Diario di lavoro. Nel caso di esercitazione di gruppo l’esame è individuale e verterà sugli argomenti trattati nelle lezioni teoriche e nella bibliografia, nonché sulla valutazione dell’esercitazione annuale.
Studenti Erasmus
Per gli studenti Erasmus provenienti dai Paesi a lingua spagnola, oltre a seguire regolarmente il corso, dovranno pre-disporre una esercitazione usando il seguente manuale:
I. Bentley, A. Alcock, P. Murrain, S. McGlynn, Hacia un diseño urbano y arquitectónico más humano. Manual Prácti-co, Gustavo Gili, Barcelona 1999.
Per gli studenti proveniente dai Paesi a lingua anglosassone, oltre a seguire regolarmente il corso, dovranno predi-sporre una esercitazione usando il seguente manuale:
I. Bentley, A. Alcock, P. Murrain, S. McGlynn, Responsive Environments. A manual for designers, Routledge, London 1985 (nuova edizione).
Esercitazione
Scopo dell’esercitazione è quello di addestrare lo studente verso alcuni fondamentali aspetti della pratica urbanistica corrente e il suo svolgimento costituirà momento di verifica dell’apprendimento delle modalità, tecniche e nozioni della disciplina urbanistica connessa alla pianificazione generale e a quella operativa.
Istruzioni generali sull’esercitazione
Numero minimo di Tavole (A1-A0) da presentare: 10 tavole = 8 tavole di analisi + 2 tavole di progetto + Diario del Lavoro
Ogni studente deve avere il proprio Diario del Lavoro, anche quando si lavora in gruppo. Il Diario sarà oggetto di valutazione finale per l’accreditamento del Corso.
Tavole e documenti: contenuti da prendere in considerazione
1. Quadro conoscitivo: inquadramento del contesto territoriale (scala 1.50.000 o più ampia)
L’inquadramento dovrà prendere in considerazione i caratteri principali del contesto fisico-ambientale e funzionale nel quale è localizzato il centro abitato scelto che interagiscono con le problematiche della pianificazione.
Per tale inquadramento dovrà essere elaborata una tavola in scala e ambito territoriali adeguati a rappresentare le caratteristiche del contesto preso in esame e i temi da analizzare.
2. Quadro conoscitivo: il sistema della pianificazione sovraordinata (scala 1:10.000)
La carta è volta all’individuazione e alla rappresentazione dei vincoli disposti per via legislativa (ricognitivi e con-formativi) e dei vincoli urbanistici definiti dai piani sovraordinati (PIT regionale, PTC provinciale e Piano di assetto idrogeologico), che la pianificazione comunale deve obbligatoriamente accogliere. Le scelte strategiche del piano comunale dovranno tenerne conto ed essere compatibili con essi.
La carta si costruisce predisponendo una legenda che distingua i diversi tipi di vincolo, riportando le limitazioni territoriali comportanti ai fini dell’uso delle risorse e specificando i contenuti di ciascun vincolo, i riferimenti ai provvedimenti legislativi o ai piani che li definiscono e gli effetti che ciascuno di essi produce.
3. Quadro conoscitivo: il sistema socio-economico-culturale (mista a scala 1:10.000 e per schemi)
Non si può fare pianificazione se non si conoscono le dinamiche economiche e sociali che hanno strutturato un luogo.
4. Quadro conoscitivo: il sistema insediativo e la forma organizzativa (scala 1:10.000 dettaglio 1:2000)
Per questa fase del lavoro dovranno essere elaborate una o più carte utilizzando le fonti cartografiche e le eventuali foto aeree disponibili, oltre che le rilevazioni dirette, fondamentali per la comprensione dei fenomeni. Le recenti visioni satellitari disponibili online potranno essere di grande aiuto. Ciascuna carta dovrà includere una semplice tabella contenente la sintesi delle criticità (negatività da risolvere) e delle sensibilità (positività da valorizzare) emergenti da ogni specifica analisi, tenendo conto che l’incrocio delle tre carte ne faranno emergere altre.
Ogni carta deve contenere un sintetico ideogramma interpretativo dei fenomeni tematici emergenti.
5. Quadro conoscitivo: sintesi (rappresentazione per schemi)
Utilizzando l’analisi SWOT si devono individuare gli elementi salienti di riferimento del quadro conoscitivo: Organizzazione e criticità funzionali, Evoluzione e stratificazione delle strutture urbanistiche, Morfologia del tessuto ur-bano e livelli di strutturazione.
6. Verso il progetto di piano: la parte statutaria (scala 1:10.000)
Nella pianificazione contemporanea la parte statutaria di un piano locale costituisce l’atto di riconoscimento identitario mediante il quale la comunità locale riconosce il proprio patrimonio territoriale e ne individua le regole di tutela, riproduzione e trasformazione. Esso quindi comprende gli elementi che costituiscono il patrimonio territoriale e le invarianti strutturali in esso contenute. La parte statutaria dettaglia, dunque, i principi della territorialità, rappresentativa di tutti gli elementi fisici, morfologici, culturali, ecc., da rispettare nel lungo periodo sia nella parte strategica che in quella operativa; al contempo è la griglia delle regole non negoziabili del territorio: i principi per l’utilizzazione e per le prestazioni delle risorse e le regole evolutive del paesaggio.
Il processo di pianificazione spaziale deve condurre, partendo dall’analisi dei caratteri ambientali, insediativi, storico-culturali ed economico sociali, deve condurre alla comprensione degli aspetti caratterizzanti il territorio, al fine di attivare una progettazione in continuità con l’ambiente circostante. Solo così si incrementa il valore del patrimonio territoriale ed urbano. Il Patrimonio territoriale e il Patrimonio urbano rappresentano la struttura resistente dello spazio. Questa è riconoscibile dai sedimenti storici, dalle tracce significative di lunga durata dell’azione dell’uomo, dalle diverse matrici di trasformazione incorporate nell’organizzazione del suolo e del paesaggio, dalle risorse esistenti e da quelle potenziali.
Proprio per questo nel patrimonio territoriale e nel patrimonio urbano è inscritto una sorta di “progetto implicito”.
7. Il progetto di piano: la parte strategica sostenibile
Ogni pianificazione strutturale deve contenere una strategia complessiva di governo locale inserita in una più ampia strategia di area vasta (desumibile dalla pianificazione sovraordinata) e “pesata” nella griglia della parte statutaria. Si tratta di elaborare uno schema che sintetizzi le idee-guida del progetto per il centro abitato, costituenti le linee strategiche di lungo termine, anch’esse parte integrante della pianificazione strutturale. Esso deve essere coerente con le regole statutarie.
La parte strategica della pianificazione strutturale deve:
- definire e visualizzare in modo compiuto e comprensibile una strategia di governo del territorio
- definirne le interconnessioni e gli effetti integrati e reciproci tra le diverse politiche e i sistemi di riferimento (ad esempio, gli effetti delle politiche dell’abitare sulla mobilità, o di quelle agricole sul paesaggio).
8. Il progetto di piano: la disciplina (solo scritta)
Ogni piano urbanistico è verbo-disegnato, ha cioè sia una parte disegnata che una parte narrativa e argomentativa su come il progetto di piano trova operatività nello spazio fisico. La Disciplina contiene le norme che poi saranno applicate nel confezionamento della parte operativa.
9. Il piano operativo: tavola di inquadramento (scala 1:2.000)
In questa carta ciascun gruppo svilupperà le previsioni riferite al centro abitato contenute nell’ideogramma strategico in termini di piano urbanistico operativo. Si tratta di elaborare una carta che riporti l’individuazione delle aree oggetto. In questa carta ciascun gruppo svilupperà le previsioni riferite al centro abitato contenute nell’ideogramma strategico in termini di piano urbanistico operativo (vedi l’art. 95 della LR 65/2014). Il piano operativo dovrà essere elaborato articolando e classificando le aree secondo le regole prevedibili per gli in-terventi di tutela, modificazione, trasformazione dei tessuti urbani o delle zone individuate ritenute necessarie o com-patibili con gli obiettivi strategici e la domanda emergente tavole di quadro conoscitivo. A ognuna delle aree indivi-duate, corrisponde pertanto una specifica norma per l’attuazione delle previsioni.
10. Il piano operativo: approfondimento progettuale (scala 1:2.000)
Questo ultimo elaborato consiste nella individuazione di un’area di trasformazione sulla quale definire le norme di piano correlate, sotto forma di articolato o di scheda verbo-disegnata. L’area di approfondimento dovrà essere scelta preferenzialmente fra le aree di riqualificazione urbana e di gestione dell’edificato esistente. L’articolazione in zone – che saranno ordinate in modo organico nella legenda - dovrà essere compatibile con quanto previsto in termini statutari nelle tavole delle invarianti strutturali.
L’assetto urbanistico dell’area scelta verrà definito attraverso uno schema che sintetizzi le idee-guida del progetto per l’area di rigenerazione, definendo gli obiettivi specifici da perseguire in risposta alle problematiche desumibili dai contenuti delle tavole del quadro conoscitivo e dalla conoscenza diretta del centro.
Programma del corso
CORSO di LAUREA TRIENNALE
PIANIFICAZIONE DELLA CITTA’, DEL TERRITORIO E DEL PAESAGGIO (classe L21)
anno accademico 2016/17
LABORATORIO DI URBANISTICA
Prof. Giuseppe De Luca (coordinatore) – Tecnica urbanistica (9 cfu) e Urbanistica (3cfu)
Prof.ssa Valeria Lingua – Urbanistica (3cfu)
Luca Di Figlia – Cultore della materia
Patricia Guerriero – Tutor
Programma
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Finalità del laboratorio
Secondo l’attuale normativa che regola il sistema delle professioni i laureati triennali in pianificazione (art. 16, com-ma 5, lettera b, del DPR 328/01) svolgeranno «1) attività basate sull’applicazione delle scienze volte al concorso e alla collaborazione alle attività di pianificazione; 2) la costruzione e gestione di sistemi informativi per l’analisi e la gestione della città e del territorio; 3) l’analisi, il monitoraggio e la valutazione territoriale ed ambientale; 4) procedu-re di gestione e di valutazione di atti di pianificazione territoriale e relativi programmi complessi».
Non c’è una attività specifica di progettazione urbanistica, ma essa è implicita. Per questo il Laboratorio di Urbani-stica sarà indirizzato a svelare questo “riferimento implicito” che è necessario conoscere e quantomeno saper utilizza-re (nei suoi presupposti teorici, tecnici, normativi e strumentali) per una buona formazione di un sapere specialistico indirizzato alla progettazione urbanistica. Infatti la progettazione diventa essenza centrale delle competenze del lau-reato magistrale che, tra l’altro, indica come competenze professionali anche le «strategie, politiche e progetti di trasformazione urbana e territoriale» (art. 16, comma 2, lettera c, DPR 328/01), che sono proprio il fulcro centrale del Corso.
Nelle pratiche vere, tuttavia, sia il professionista pianificatore, così come il professionista architetto, si muove sempre con un doppio registro. Secondo R. Piano: «[...] quando lavori su un progetto [.], per esempio, alle dieci e un quarto sei architetto, alle undici e mezzo sei un urbanista, alle tre puoi tornare a essere architetto e alle sei di nuovo urbani-sta» (Piano, 2010:174). Secondo B. Secchi: «architettura e urbanistica sono la stessa cosa, anche se nelle università ovviamente non si può insegnare tutto nello stesso momento e quindi sono discipline diverse. Ma questo è semplice-mente per una logica dell’insegnamento. L’urbanista prepara un progetto solitamente guardando l’intera città, l’architetto molto spesso guardando un solo edificio o un solo insieme di edifici, che però acquistano senso solamente se sono collocati sullo sfondo, nel contesto della città» (Secchi 2001).
Per dirla con le parole di Jonathan Barnett . tutto ruota intorno all’edificio: il ruolo del pianificatore è quello di «designing cities without designing building» (1974:29); quello dell’architetto più semplicemente di «designer buil-ding».
Il pianificatore urbanista, comunque, non deve dimenticare, come ricorda G. Astengo, che bisogna sempre «demanda-re ad ogni piano di area vasta o d’insediamento urbano la precisa definizione degli obiettivi generali e specifici delle operazioni che il piano intende realizzare. Obiettivi, questi, che solo con la concretezza della realtà dei luoghi cessano di essere generici, per assumere sostanziosa pregnanza rispetto alla specificità delle situazioni locali» (1991:318). Cioè deve esserci un collegamento non banale tra grandi strategie d’azione e minuta progettualità locale: l’una non sta senza l’altra e viceversa.
Di questo tratterà il corso. L’organizzazione è fatta di lezioni frontali e da discussioni in aula sulle esercitazioni in progress che tutti gli studenti devono predisporre su un caso reale. Per questo motivo la finalità del Laboratorio di Urbanistica è quella di contribuire alla formazione di un sapere specifico per la progettazione del “piano” nelle forme e nei contenuti del quadro normativo e legislativo nazionale e regionale, con particolare riferimento a quello della Toscana, dove è presente dal 1995 lo sdoppiamento del piano in due strumenti: uno strutturale e uno operativo.
Obiettivi del laboratorio
I territori italiani stanno vivendo una fase del tutto nuova. Dopo alcuni decenni in cui città e paesi hanno accompagna-to un ciclo economico sostanzialmente espansivo, tradotto in una progressiva estensione dei territori urbanizzati, finalmente si volge lo sguardo all’esistente e a quello che si è patrimonializzato. Ormai è chiaro che non si può più contare sui fattori tradizionali di crescita e di trasformazione urbana determinati dalla propensione privata agli inve-stimenti, prevalentemente immobiliari, e dalle ricadute che tali investimenti potevano generare sui singoli territori. Nel futuro, in regime di risorse scarse, riuscirà a emergere chi sarà in grado di proporre fattori di qualità piuttosto che di quantità e soprattutto chi riuscirà a mobilitare e a governare nuova rendita nei territori urbanizzati, attivata nelle forme intelligenti e diversificate dei luoghi. Il nuovo paradigma entro cui si colloca la contemporaneità è quello della rigenerazione attraverso molteplici forme di recupero, riqualificazione, rivitalizzazione, riabilitazione, ristrutturazio-ne di quello che ha perso senso nell’evoluzione del trend economico e sociale.
Alla base della disciplina urbanistica è la consapevolezza che la limitazione delle possibilità soggettive di modificare il soprasuolo, a favore di una regolamentazione affidata ai pubblici poteri, consente di perseguire un maggior bene collettivo. I metodi e gli strumenti sono vari e dipendono dalle culture maturate dalle comunità nei tempi e luoghi diversi.
Il laboratorio di urbanistica tratterà questi temi di gestione urbana dei territori della contemporaneità con un approc-cio di natura lineare: descrizione/interpretazione del contesto, prefigurazione degli assetti territoriali, progetto urbani-stico, valutazione degli effetti. Il corso dovrebbe rendere gli studenti capaci di misurarsi con gli argomenti di una pianificazione strutturale e al contempo con quelli della pianificazione operativa.
Alla conclusione del Laboratorio lo studente deve dimostrare di disporre delle conoscenze che gli consentano di strut-turare il lavoro di costruzione del piano definendo la sequenza descrizione-interpretazione-prefigurazione-valutazione nel suo spessore scientifico, tecnico, amministrativo.
Il programma è concepito in modo integrato e non distingue pertanto i programmi dei singoli moduli didattici.
Argomenti trattati
L’urbanistica moderna: i presupposti e le pratiche
- Perché pianificare le azioni di intervento nel territorio e negli insediamenti
- Urbanistica come progetto politico: progammare, pianificare, normare
- I materiali dell’urbanistica: Natura, Forma e Linguaggio della disciplina
L’urbanistica moderna in Italia e i suoi strumenti
- Il quadro evolutivo della disciplina urbanistica dopo la formazione dello Stato Unitario: un viaggio e un mi-raggio
- La legge urbanistica nazionale: le condizioni di partenza e le pratiche concrete
- Tra strumentazione ordinaria e strumentazione specialistica: l’urbanistica come architettura a grande scala, la ricostruzione del territorio e delle città
- L’avvio dell’urbanistica ordinaria: sintesi delle generazioni dei piani dal dopoguerra e la questione del dop-pio regime dei suoli e la rendita
- I piani nelle esperienze regionali e i tentativi di governo locali della rendita fondiaria urbana
- Gli anni Novanta: dal PRG unico al suo sdoppiamento in parte strutturale e parte operativa
Il piano come infrastruttura decisionale e guida alla trasformazione fisico-economica-sociale
- Il ruolo dei soggetti e i processi partecipativi
- Il piano come progetto locale
- Il piano come strumento di garanzia della sostenibilità: la norma strutturale e quella operativa gestionale
- Il dispositivo tecnico del piano: la tripartizione quadro conoscitivo-progetto di piano-disciplina di piano
- L’articolazione del dispositivo normativo
- Il monitoraggio come fase di controllo sociale.
Modalità della didattica
L’organizzazione della didattica è mirata a che il processo di formazione e di sperimentazione necessario per sostene-re l’esame avvenga durante lo svolgimento del Laboratorio.
Attraverso le modalità della didattica il Corso intende fornire agli studenti:
a) una formazione culturale di base, affidata alle lezioni teoriche e allo studio della bibliografia e del glossario, reperibile sulla piattaforma moodle.
b) un’informazione tecnica di base, affidata prevalentemente alle lezioni delle discipline caratterizzanti, ai riferimenti tecnici forniti durante lo svolgimento del laboratorio, anche questi reperibili sulla piattaforma moodle
c) una formazione di base di carattere applicativo, affidata all’esercitazione annuale di laboratorio, da svolgersi da soli o in gruppo di max 3 persone.
Il corso è pertanto articolato in cicli di lezioni teoriche, esercitazioni pratiche, revisioni collettive e discussioni, così strutturate:
a) le lezioni teoriche sono finalizzate a formare gli studenti sulle problematiche e sui contenuti dell’urbanistica stori-cizzandone la dinamica e a fornire altresì gli strumenti tecnici, concettuali e metodologici necessari per le applicazio-ne di laboratorio
b) Le esercitazioni sono obbligatorie e finalizzate ad istruire gli studenti all’applicazione di alcuni strumenti discipli-nari specifici e allo studio di una proposta progettuale nel campo della pianificazione urbanistica.
Frequenza
La frequenza al Laboratorio è obbligatoria. L’accertamento di frequenza è fatto durante lo svolgimento delle lezioni. Si considera utile, e vale anche ai fini della valutazione finale di accreditamento, una presenza non inferiore al 75% delle lezioni effettive. Sono esonerati da questo consiglio gli studenti lavoratori certificati come tali, che dovranno concordare con il docente coordinatore le modalità di organizzazione dello studio e della relativa esercitazione.
L’esame sarà orale (o scritto, su richiesta dello studente), con la presentazione degli elaborati predisposti per l’esercitazione e del Diario di lavoro. Nel caso di esercitazione di gruppo l’esame è individuale e verterà sugli argomenti trattati nelle lezioni teoriche e nella bibliografia, nonché sull’esercitazione finale.
Modalità d'esame
L’esame sarà orale (o scritto, su richiesta dello studente), con la presentazione degli elaborati predisposti per l’esercitazione e del Diario di lavoro. Nel caso di esercitazione di gruppo l’esame è individuale e verterà sugli argomenti trattati nelle lezioni teoriche e nella bibliografia, nonché sulla valutazione dell’esercitazione annuale.
Studenti Erasmus
Per gli studenti Erasmus provenienti dai Paesi a lingua spagnola, oltre a seguire regolarmente il corso, dovranno pre-disporre una esercitazione usando il seguente manuale:
I. Bentley, A. Alcock, P. Murrain, S. McGlynn, Hacia un diseño urbano y arquitectónico más humano. Manual Prácti-co, Gustavo Gili, Barcelona 1999.
Per gli studenti proveniente dai Paesi a lingua anglosassone, oltre a seguire regolarmente il corso, dovranno predi-sporre una esercitazione usando il seguente manuale:
I. Bentley, A. Alcock, P. Murrain, S. McGlynn, Responsive Environments. A manual for designers, Routledge, London 1985 (nuova edizione).
Bibliografia essenziale
• F. Selicato, F. Rotondo, Progettazione urbanistica. Teorie e tecniche, McGraw-Hill, Milano 2010
• F. Rossi Prodi, G. De Luca, G. Gorelli, M. De Santis, S. Stanghellini, Abitare sociale. Modelli architettonici e urbanistici per l’abitare sociale, Altralinea, Firenze 2014 (e.book)
• P. Gabellini, Fare urbanistica, Carocci, Roma 2010
• E. Salzano, Fondamenti di urbanistica, Laterza, Roma-Bari 1998
A questi testi bisogna aggiungere tre utili manuali, scaricabili gratuitamente in rete:
- Osservatorio Città Sostenibili, Il manuale urbanistico invisibile. La sintassi della città disgregata, Working paper P06/07
http://www.ocs.polito.it/biblioteca/wp/paesaggio/wp_p0607.pdf
- Community Network, Regione Emilia-Romagna, Guida alla fotointerpretazione per l’aggiornamento dell’uso del suolo con immagini Agea 2008, Bologna 2009
http://www.regione.emilia-romagna.it/temi/territorio/cartografia-regionale/vedi-anche/uso-del-suolo/pubblicazioni/Manuale%20fotointerpretazione%20Agea2008.pdf/view
- Environment, Heritage and Local Government, Urban Design Manual. A best practice guide, Part 1 e Part 2, May 2009 http://www.environ.ie/en/Publications/DevelopmentandHousing/Planning/
- Regione Toscana, Piano di Indirizzo Territoriale, Abachi delle invarianti http://www.regione.toscana.it/-/piano-di-indirizzo-territoriale-con-valenza-di-piano-paesaggistico
Bibliografia consigliata
• G. Astengo, «Cambiare le regole per innovare», Prolusione per il Conferimento della Laurea ad honorem in Pianificazione territoriale e urbanistica, Università degli studi di Reggio Calabria, 24 marzo 1990, ora in F. Indovina, a cura di, La ragione del piano. Giovanni Astengo e l’urbanistica italiana, F. Angeli, Milano 1991
• P. Colarossi, A. Latini, La progettazione urbana, vol. 1 “Principi e storie” cap. 3; vol. 2 “Metodi e materiali” cap. 2 e cap. 5; vol. 3 “Declinazioni e strumenti” cap. 2, Il Sole 24 Ore libri, Milano 2008-2010
• R. Koolhaas, Fundamentals. Catalogo della Biennale di Architettura, Venezia 2014
• A. Magnaghi, Il progetto locale, Bollati Boringhieri, Torino 2000
• L. Spagnoli, Storia dell’urbanistica moderna, Zanichelli, Bologna 2012
• F. Steiner, Costruire il paesaggio: un approccio ecologico alla pianificazione del territorio, McGraw-Hill, Milano 1994
• B. Secchi, Prima lezione di urbanistica, Laterza, Bari 2004
Altra bibliografia di approfondimento di specifici argomenti sarà fornita durante lo svolgimento del Laboratorio.
Riferimenti del laboratorio
Il calendario specifico di laboratorio servirà anche quale momento di ricevimento degli studenti.
Sede docenti: c/o il dipartimento di Architettura – Sezione Urbanistica e Pianificazione del territorio - Via Micheli, 2 - 1° piano.
I docenti comunicheranno informazioni inerenti al laboratorio direttamente a lezione e mediante la piattaforma mood-le nel sito e-l.unifi.it. Attraverso lo stesso sito sarà reperibile tutto il materiale didattico e le necessarie informazioni. Saranno stabilite altre forme di comunicazione e di interscambio che saranno ritenute utili per il migliore andamento del corso.
I docenti sono contattabili ai seguenti indirizzi di posta elettronica: giuseppe.deluca@unifi.it; valeria.lingua@unifi.it.