Il modulo di Urbanistica è integrato nell'offerta formativa e nella strutturazione del Laboratorio. Per questo non ha un suo programma specifico.
ARGOMENTI TRATTATI
L’urbanistica moderna: i presupposti e le pratiche
L’urbanistica moderna in Italia e i suoi strumenti
Il piano come infrastruttura decisionale e guida alla trasformazione fisico-economica-sociale
I testi di riferimenti per il modulo sono:
• F. Selicato, F. Rotondo, Progettazione urbanistica. Teorie e tecniche, McGraw-Hill, Milano 2010
• M. Ardielli, Masterplan: né piano né progetto, Inu Edizioni, Roma 2012 (e.book)
A questi testi bisogna aggiungere due manuali, scaricabili gratuitamente in rete:
- Environment, Heritage and Local Government, Urban Design Manual. A best practice guide, Part 1 e Part 2, May 2009 http://www.environ.ie/en/Publications/DevelopmentandHousing/Planning/
- Regione Toscana, Piano di Indirizzo Territoriale, Abachi delle invarianti http://www.regione.toscana.it/-/piano-di-indirizzo-territoriale-con-valenza-di-piano-paesaggistico.
STUDENTI ERASMUS
Per gli studenti Erasmus provenienti dai Paesi a lingua spagnola, oltre a seguire regolarmente il corso, dovranno pre-disporre una esercitazione usando il seguente manuale:
I. Bentley, A. Alcock, P. Murrain, S. McGlynn, Hacia un diseño urbano y arquitectónico más humano. Manual Prácti-co, Gustavo Gili, Barcelona 1999.
Per gli studenti proveniente dai Paesi a lingua anglosassone, oltre a seguire regolarmente il corso, dovranno predi-sporre una esercitazione usando il seguente manuale:
I. Bentley, A. Alcock, P. Murrain, S. McGlynn, Responsive Environments. A manual for designers, Routledge, London 1985 (nuova edizione).
Obiettivi Formativi
Gli obiettivi sono gli stessi del Laboratorio di Urbanistica.
I territori italiani stanno vivendo una fase del tutto nuova. Dopo alcuni decenni in cui città e paesi hanno accompagnato un ciclo economico sostanzialmente espansivo, tradotto in una progressiva estensione dei territori urbanizzati, finalmente si volge lo sguardo all’esistente e a quello che si è patrimonializzato. Ormai è chiaro che non si può più contare sui fattori tradizionali di crescita e di trasformazione urbana determinati dalla propensione privata agli investimenti, prevalentemente immobiliari, e dalle ricadute che tali investimenti potevano generare sui singoli territori. Nel futuro, in regime di risorse scarse, riuscirà a emergere chi sarà in grado di proporre fattori di qualità piuttosto che di quantità e soprattutto chi riuscirà a mobilitare e a governare nuova rendita nei territori urbanizzati, attivata nelle forme intelligenti e diversificate dei luoghi. Il nuovo paradigma entro cui si colloca la contemporaneità è quello della rigenerazione attraverso molteplici forme di recupero, riqualificazione, rivitalizzazione, riabilitazione, ristrutturazione di quello che ha perso senso nell’evoluzione del trend economico e sociale.
Alla base della disciplina urbanistica è la consapevolezza che la limitazione delle possibilità soggettive di modificare il soprassuolo, a favore di una regolamentazione affidata ai pubblici poteri, consente di perseguire un maggior bene collettivo. I metodi e gli strumenti sono vari e dipendono dalle culture maturate dalle comunità nei tempi e luoghi diversi.
Il laboratorio di urbanistica tratterà questi temi di gestione urbana dei territori della contemporaneità con un approccio di natura lineare: descrizione/interpretazione del contesto, prefigurazione degli assetti territoriali, progetto urbani-stico, valutazione degli effetti. Il corso dovrebbe rendere gli studenti capaci di misurarsi con gli argomenti di una pianificazione strutturale e al contempo con quelli della pianificazione operativa.
Alla conclusione del Laboratorio lo studente deve dimostrare di disporre delle conoscenze che gli consentano di strutturare il lavoro di costruzione del piano definendo la sequenza descrizione-interpretazione-prefigurazione-valutazione nel suo spessore scientifico, tecnico, amministrativo.
Il programma è concepito in modo integrato e non distingue pertanto i programmi dei singoli moduli didattici.
Prerequisiti
Aver superato il Laboratorio di analisi urbana e territoriale del primo anno.
Metodi Didattici
L’organizzazione è fatta di lezioni frontali e da discussioni in aula sulle esercitazioni in progress che tutti gli studenti devono predisporre su un caso reale. Per questo motivo la finalità del Laboratorio di Urbanistica è quella di contribuire alla formazione di un sapere specifico per la progettazione del “piano” nelle forme e nei contenuti del quadro normativo e legislativo nazionale e regionale, con particolare riferimento alle diverse modalità di azione: strutturale vs operativo, strategico vs progetti, vision vs masterplan.
L’organizzazione della didattica è strutturata in modo tale che il processo di formazione e di sperimentazione sia indirizzato a sostenere l’esame alla fine dello svolgimento del Laboratorio.
Attraverso le modalità della didattica il Corso intende fornire agli studenti:
a) una formazione culturale di base, affidata alle lezioni teoriche e allo studio della bibliografia e del glossario, reperibile sulla piattaforma moodle.
b) un’informazione tecnica di base, affidata prevalentemente alle lezioni delle discipline caratterizzanti, ai riferimenti tecnici forniti durante lo svolgimento del laboratorio, anche questi reperibili sulla piattaforma moodle.
c) una formazione di base di carattere applicativo, affidata all’esercitazione annuale di laboratorio, da svolgersi da soli o in gruppo di max 3 persone.
Il corso è pertanto articolato in cicli di lezioni teoriche, esercitazioni pratiche, revisioni collettive e discussioni, così strutturate:
a) le lezioni teoriche sono finalizzate a formare gli studenti sulle problematiche e sui contenuti dell’urbanistica storicizzandone la dinamica e a fornire altresì gli strumenti tecnici, concettuali e metodologici necessari per le applicazioni di laboratorio
b) Le esercitazioni sono obbligatorie e finalizzate ad istruire gli studenti all’applicazione di alcuni strumenti disciplinari specifici e allo studio di una proposta progettuale nel campo della pianificazione urbanistica.
Altre Informazioni
La frequenza è obbligatoria. L’accertamento di frequenza è fatto durante lo svolgimento delle lezioni. Si considera utile, e vale anche ai fini della valutazione finale di accreditamento, una presenza non inferiore al 75% delle lezioni effettive. Sono esonerati da questo consiglio gli studenti lavoratori certificati come tali, che dovranno concordare con il docente coordinatore le modalità di organizzazione dello studio e della relativa esercitazione.
L’esame sarà orale (o scritto, su richiesta dello studente), con la presentazione degli elaborati predisposti per l’esercitazione e del Diario di lavoro. Nel caso di esercitazione di gruppo l’esame è individuale e verterà sugli argomenti trattati nelle lezioni teoriche e nella bibliografia, nonché sull’esercitazione finale.
Modalità di verifica apprendimento
L’esame sarà orale (o scritto, su richiesta dello studente), con la presentazione degli elaborati predisposti per l’esercitazione e del Diario di lavoro. Nel caso di esercitazione di gruppo l’esame è individuale e verterà sugli argomenti trattati nelle lezioni teoriche e nella bibliografia, nonché sull’esercitazione finale.
Scopo dell’esercitazione è quello di addestrare lo studente verso alcuni fondamentali aspetti della pratica urbanistica corrente. Il suo svolgimento costituirà momento di verifica dell’apprendimento delle modalità, tecniche e nozioni della disciplina urbanistica connessa alla pianificazione generale e a quella operativa.
Istruzioni generali sull’esercitazione: Numero minimo di Tavole (A1-A0) da presentare: 8 + 1 facoltativa + Diario del Lavoro.
Cos’è il Diario del Lavoro? È un quaderno (sul modello di quelli moleskine) dove ogni singolo studente annota, schizza, descrive ogni azione che fin dal primo giorno dell’esercitazione lo guida alla scoperta dell’area di lavoro. Il diario può contenere anche gli appunti significativi delle lezioni.
Ogni studente deve avere il proprio Diario del Lavoro, anche quando si lavora in gruppo. Il Diario sarà oggetto di valutazione finale per l’accreditamento del Corso. Il Diario di Lavoro sarà anche la “matrice” del progetto finale da portare per l’accreditmento finale del Laboratorio di Urbanistica.
L’esercitazione sarà la continuazione del lavoro svolto nel Laboratorio di analisi urbana e territoriale del primo anno (A.A. 2016/17), le cui elaborazioni costituiscono il quadro conoscitivo di partenza per il Laboratorio di urbanistica.
Per questo ogni gruppo farà 2 ideogrammi (1 territoriale e 1 urbano) che “sintetizzino” e interpretino il lavoro del Laboratorio di analisi urbana e territoriale, nei quali far emergere le principali questioni, criticità e caratteristiche presenti. I 2 ideogrammi rappresenteranno lo sfondo di partenza per l’esercitazione del Laboratorio di urbanistica.
L’esercitazione operativamente è strutturata sotto forma di un bando per la manifestazione d’interesse di proposte progettuali di innovazione urbana, sul modello del recente bando della Regione Toscana Progetti di innovazione ur-bana (PIU) di cui all’Asse 6. Urbano del POR FESR 2014-2020 Obiettivo “Investimenti a favore della Crescita e dell’Occupazione”, secondo le disposizioni previste nella Deliberazione G.R. n. 492 del 7 marzo 2015.
Il bando è stato in alcune parti modificato (per adeguarlo all’esercitazione in aula) inserendo nelle proposte progettua-li anche quelle di origine privata, escluse dal bando reale, perché il finanziamento era diretto esclusivamente alla costruzione della cosiddetta “città pubblica”.
Ogni gruppo dovrà pertanto sviluppare una proposta progettuale partecipando al bando per conto del Comune caso studio del primo anno (oppure di quello concordato con i docenti).
1. TAVOLE (dimensione UNI-A1)
A) INQUADRAMENTO (3 tavole)
L’inquadramento dovrà prendere in considerazione i caratteri principali del contesto fisico-ambientale e funzionale nel quale è localizzato il centro abitato scelto che interagiscono con le problematiche della pianificazione.
Per tale inquadramento dovranno essere elaborate tre tavole in scala e ambito territoriali adeguati a rappresentare le caratteristiche del contesto preso in esame e i temi da analizzare.
T.1 INQUADRAMENTO DEL CONTESTO TERRITORIALE
- Un numero adeguato di fasce altimetriche (3-5) che evidenzino i tratti principali del contesto fisico: aree di fondovalle, di versante, di crinale ed eventuali altre variazioni significative della morfologia del territorio;
- Idrografia principale;
- Idrografia principale
- Eventuali emergenze ambientali individuate dalla pianificazione sovraordinata (piano di indirizzo territoriale o piano territoriale di coordinamento) e altre eventuali aree contigue che fanno parte dello stesso contesto ambientale
- Rete infrastrutturale della mobilità territoriale con i relativi nodi stradali e i punti di scambio fra le diverse modalità di trasporto, classificata per tipologia e per importanza, con esclusione di quella d’interesse locale
- Localizzazione dei principali servizi dell’istruzione, sanitari, culturali, sportivi e del tempo libero, tecnologi-ci ecc., distinguendo tra quelli che hanno un ruolo d’interesse sovracomunale e quelli di interesse locale
- Centri abitati ricadenti nell’area considerata, collegati dalla stessa rete infrastrutturale e classificati per di-mensione demografica.
T.2 INQUADRAMENTO DEL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO
- le dinamiche socio-economiche (popolazione, caratteristiche sociali, occupazione, settori produttivi locali)
- il tasso di occupazione, occupati per settore, PIL procaite, settori produttivi, numero e classificazione impre-se insediate, ecc.)
- le aree di interesse naturale e paesaggistico, Beni culturali e archeologici, Aree boscate ed agricole, Risorse geologiche
- la viabilità e trasporti, Aree industriali e artigianali, servizi, ecc.
- le risorse sociali, culturali e paesaggistiche (associazionismo, servizi culturali e formativi, paesaggio come identità locale, ecc.)
T.3 INQUADRAMENTO DEL CONTESTO INSEDIATIVO
- il perimetro del territorio urbanizzato (avendo come punto di riferimento l’art. 3 c. 3 della LR T 65/2014)
- riconoscimento dei tessuti insediativi entro il territorio urbanizzato, attraverso l’analisi morfotipologica, in-dividuandone i principi insediativi richiamati per la sua progettazione, nonché il tipo di strumento urbanisti-co e le relative norme che li ha generati
- la tipologia delle aree urbane (storiche, città consolidata, periferia diffusa, ecc.) e la relativa periodizzazione dei tessuti, Sistema delle attrezzature e dei servizi pubblici, Sistema spazi pubblici e verde urbano
- l’evoluzione del carico urbanistico e verifica delle dotazioni territoriali
- l’individuzione degli immobili di particolare pregio e delle relative aree di pertinenza
- l’analisi della mobilità, i sistemi di trasporto e la dotazioni di parcheggi
- i sistemi di connessione tra le aree insediative: reti di trasporto, viabilità principale e secondaria, reti energe-tiche, tecnologiche e delle telecomunicazioni.
B) STATO DELLA PIANIFICAZIONE VIGENTE (1 tavola)
T.4 IL SISTEMA DELLA PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA E LOCALE VIGENTE
La carta è volta all’individuazione e alla rappresentazione dei vincoli disposti per via legislativa (ricognitivi e con-formativi), ma soprattutto delle scelte territoriali e urbanistiche desumibili dai piani sovraordinati (PIT regionale, PTC provinciale, ma anche dalla pianificazione settoriale, come il Piano di assetto idrogeologico, Piano per il Parco, ecc. ecc.), che la pianificazione comunale deve obbligatoriamente accogliere. Le scelte strategiche del piano comuna-le, infatti, devono tener conto ed essere coerenti con quelle delle pianificazioni sovraordinate.
La carta si costruisce predisponendo una legenda che distingua i diversi tipi di vincolo/disposione/decisione, riportan-do le limitazioni territoriali comportanti ai fini dell’uso delle risorse e specificando i contenuti di ciascun vincolo, i riferimenti ai provvedimenti legislativi o ai piani che li definiscono e gli effetti che ciascuno di essi produce.
Le fonti da utilizzare sono gli stessi provvedimenti legislativi per i vincoli “conformativi”, i provvedimenti d’individuazione dei beni e territori interessati per quelli “ricognitivi”, i piani sovraordinati (PIT o PTC) o di settore per quelli urbanistici.
Altrettanta attenzione deve essere prestata alla storia urbanistica locale, cioè a come si sono succeduti i piani urbani-stici, quali indicazioni contenevano e come si sono o meno tradotti in progetti spaziali, come sono stati modificati. E’ questa una operazione importante, perché molti dei problemi attuali sono anche esito di scelte sbagliate, scelte non attuate, scelte cancellate.
C) SCENARIO ATTUALE (1 tavola)
T.5 IDEOGRAMMA
Utilizzando l’analisi SWOT si devono individuare gli elementi salienti di riferimento del quadro conoscitivo: Orga-nizzazione e criticità funzionali, Evoluzione e stratificazione delle strutture urbanistiche, Morfologia del tessuto ur-bano e livelli di strutturazione. Questa parte deve portare ad individuare le criticità che attraverso obiettivi di pianifi-cazione devono essere superati.
Questa parte deve concludersi con un ideogramma, sintetico e selettivo delle condizioni attuali e delle problematicità individuate. Esso è la vision dello scenario attuale.
D) PIANO OPERATIVO (1 tavola)
T.6 GESTIONE DEL P.E.E. E INDIVIDUAZIONE DELLE TRASFORMAZIONI
In questa carta ciascun gruppo svilupperà le previsioni riferite al centro abitato contenute nell’ideogramma strategico in termini di piano urbanistico operativo. Si tratta di elaborare una carta che riporti l’individuazione delle aree ogget-to.
In questa carta ciascun gruppo svilupperà le previsioni riferite al centro abitato contenute nell’ideogramma strategico in termini di piano urbanistico operativo (vedi l’art. 95 della LR 65/2014). Nel caso di centro abitato troppo vasto il piano operativo potrà riferirsi a una porzione organica del centro abitato concordata con i docenti. Le previsioni do-vranno essere pertanto coerenti con l’ideogramma strategico di progetto. Il piano operativo dovrà essere elaborato articolando e classificando le aree secondo le regole prevedibili per gli interventi di tutela, modificazione, trasforma-zione dei tessuti urbani o delle zone individuate ritenute necessarie o compatibili con gli obiettivi strategici e la do-manda emergente tavole di quadro conoscitivo. A ognuna delle aree individuate, corrisponde pertanto una specifica norma per l’attuazione delle previsioni
E) SCENARIO FUTURO e MASTERPLAN (3 tavole)
T.7 SCENARIO
Questo elaborato consiste nella individuazione di un’area di trasformazione sulla quale definire le norme di piano correlate, sotto forma di articolato o di scheda verbo-disegnata. L’area di approfondimento dovrà essere scelta prefe-renzialmente fra le aree di riqualificazione urbana e di gestione dell’edificato esistente. L’articolazione in zone – che saranno ordinate in modo organico nella legenda - dovrà essere compatibile con quanto previsto in termini statutari nelle tavole delle invarianti strutturali.
L’assetto urbanistico dell’area scelta verrà definito attraverso uno schema che sintetizzi le idee-guida del progetto per l’area di rigenerazione, definendo gli obiettivi specifici da perseguire in risposta alle problematiche desumibili dai con-tenuti delle tavole del quadro conoscitivo e in relazione alle linee di azione esposte nell’art. 4 del presente bando.
T.8 MASTERPLAN
Elaborato riportante sul suolo le previsioni dell’ideogramma strategico di progetto. Il masterplan dovrà prevedere una articolazione delle aree di progetto in termini planivolumetrici, e in relazione alle altezze e distanze e ai materiali, all’arredo urbano. Il progetto potrà essere corredato di rendering, schizzi e quanto ritenuto utile per definire l’insieme progettuale.
T.9 RAPPRESENTAZIONI GRAFICHE DI DETTAGLIO (per concorrere alla lode)
Rappresentazione grafica, anche con eventuale rendering, relativa allo stato attuale e allo stato modificato dell’ambito di intervento.
2. DISCIPLINA
Ogni piano urbanistico è verbo-disegnato, ha cioè sia una parte disegnata che una parte narrativa e argomentativa su come il progetto di piano trova operatività nello spazio fisico.
La Disciplina contiene le norme che poi saranno applicate nel confezionamento della parte operativa.
Art. 8 Ammissibilità̀, valutazione e modalità d’esame
1. Gli elaborati di cui si compone il PIU dovranno rispettare i criteri di ammissibilità̀ del presente bando.
2. L'istruttoria di ammissibilità̀ sarà effettuata dal Coordinatore congiuntamente con il Corpo Docente. Il gruppo di studenti può accedere alla fase di valutazione se, almeno l’80% degli elaborati, risulterà ammissibile.
3. La consegna delle proposte progettuali dovrà avvenire almeno 7 giorni prima della data di inizio della sessione d’esame, mediante invio delle Tavole, Relazione e il pdf del Diario di lavoro in formato leggero (dimensione max 15 mb) all’indirizzo di posta elettronica patricia.guerriero@libero.it
Programma del corso
Finalità del laboratorio e del modulo di Urbanistica
Secondo l’attuale normativa che regola il sistema delle professioni i laureati triennali in pianificazione (art. 16, comma 5, lettera b, del DPR 328/01) svolgeranno «1) attività basate sull’applicazione delle scienze volte al concorso e alla collaborazione alle attività di pianificazione; 2) la costruzione e gestione di sistemi informativi per l’analisi e la gestione della città e del territorio; 3) l’analisi, il monitoraggio e la valutazione territoriale ed ambientale; 4) procedure di gestione e di valutazione di atti di pianificazione territoriale e relativi programmi complessi».
Non c’è una attività specifica di progettazione urbanistica, ma essa è implicita. Per questo il Laboratorio di Urbanistica sarà indirizzato a svelare questo “riferimento implicito” che è necessario conoscere e quantomeno saper utilizzare (nei suoi presupposti teorici, tecnici, normativi e strumentali) per una buona formazione di un sapere specialistico indirizzato alla progettazione urbanistica. Infatti la progettazione diventa essenza centrale delle competenze del laureato magistrale che, tra l’altro, indica come competenze professionali anche le «strategie, politiche e progetti di trasformazione urbana e territoriale» (art. 16, comma 2, lettera c, DPR 328/01), che sono proprio il fulcro centrale del Corso.
Nelle pratiche vere, tuttavia, sia il professionista pianificatore, così come il professionista architetto, si muove sempre con un doppio registro. Secondo R. Piano: «[...] quando lavori su un progetto [.], per esempio, alle dieci e un quarto sei architetto, alle undici e mezzo sei un urbanista, alle tre puoi tornare a essere architetto e alle sei di nuovo urbani-sta» (Piano, 2010:174). Secondo B. Secchi: «architettura e urbanistica sono la stessa cosa, anche se nelle università ovviamente non si può insegnare tutto nello stesso momento e quindi sono discipline diverse. Ma questo è semplicemente per una logica dell’insegnamento. L’urbanista prepara un progetto solitamente guardando l’intera città, l’architetto molto spesso guardando un solo edificio o un solo insieme di edifici, che però acquistano senso solamente se sono collocati sullo sfondo, nel contesto della città» (Secchi 2001).
Per dirla con le parole di Jonathan Barnett . tutto ruota intorno all’edificio: il ruolo del pianificatore è quello di «designing cities without designing building» (1974:29); quello dell’architetto più semplicemente di «building desi-gner».
Il pianificatore urbanista, comunque, non deve dimenticare, come ricorda G. Astengo, che bisogna sempre «demanda-re ad ogni piano di area vasta o d’insediamento urbano la precisa definizione degli obiettivi generali e specifici delle operazioni che il piano intende realizzare. Obiettivi, questi, che solo con la concretezza della realtà dei luoghi cessano di essere generici, per assumere sostanziosa pregnanza rispetto alla specificità delle situazioni locali» (1991:318). Cioè deve esserci un collegamento non banale tra grandi strategie d’azione e minuta progettualità locale: l’una non sta senza l’altra e viceversa.
Di questo tratterà il corso. L’organizzazione è fatta di lezioni frontali e da discussioni in aula sulle esercitazioni in progress che tutti gli studenti devono predisporre su un caso reale. Per questo motivo la finalità del Laboratorio di Urbanistica è quella di contribuire alla formazione di un sapere specifico per la progettazione del “piano” nelle forme e nei contenuti del quadro normativo e legislativo nazionale e regionale, con particolare riferimento alle diverse mo-dalità di azione: strutturale vs operativo, strategico vs progetti, vision vs masterplan.
Obiettivi del laboratorio
I territori italiani stanno vivendo una fase del tutto nuova. Dopo alcuni decenni in cui città e paesi hanno accompagnato un ciclo economico sostanzialmente espansivo, tradotto in una progressiva estensione dei territori urbanizzati, finalmente si volge lo sguardo all’esistente e a quello che si è patrimonializzato. Ormai è chiaro che non si può più contare sui fattori tradizionali di crescita e di trasformazione urbana determinati dalla propensione privata agli investimenti, prevalentemente immobiliari, e dalle ricadute che tali investimenti potevano generare sui singoli territori. Nel futuro, in regime di risorse scarse, riuscirà a emergere chi sarà in grado di proporre fattori di qualità piuttosto che di quantità e soprattutto chi riuscirà a mobilitare e a governare nuova rendita nei territori urbanizzati, attivata nelle forme intelligenti e diversificate dei luoghi. Il nuovo paradigma entro cui si colloca la contemporaneità è quello della rigenerazione attraverso molteplici forme di recupero, riqualificazione, rivitalizzazione, riabilitazione, ristrutturazione di quello che ha perso senso nell’evoluzione del trend economico e sociale.
Alla base della disciplina urbanistica è la consapevolezza che la limitazione delle possibilità soggettive di modificare il soprasuolo, a favore di una regolamentazione affidata ai pubblici poteri, consente di perseguire un maggior bene collettivo. I metodi e gli strumenti sono vari e dipendono dalle culture maturate dalle comunità nei tempi e luoghi diversi.
Il laboratorio di urbanistica tratterà questi temi di gestione urbana dei territori della contemporaneità con un approccio di natura lineare: descrizione/interpretazione del contesto, prefigurazione degli assetti territoriali, progetto urbani-stico, valutazione degli effetti. Il corso dovrebbe rendere gli studenti capaci di misurarsi con gli argomenti di una pianificazione strutturale e al contempo con quelli della pianificazione operativa.
Alla conclusione del Laboratorio lo studente deve dimostrare di disporre delle conoscenze che gli consentano di strutturare il lavoro di costruzione del piano definendo la sequenza descrizione-interpretazione-prefigurazione-valutazione nel suo spessore scientifico, tecnico, amministrativo.
Il programma è concepito in modo integrato e non distingue pertanto i programmi dei singoli moduli didattici.
Argomenti trattati
L’urbanistica moderna: i presupposti e le pratiche
- Perché pianificare le azioni di intervento nel territorio e negli insediamenti
- Urbanistica come progetto politico: progammare, pianificare, normare
- I materiali dell’urbanistica: Natura, Forma e Linguaggio della disciplina
- Il dispositivo tecnico del piano: la tripartizione quadro conoscitivo-progetto di piano-disciplina di piano
- Il dispositivo tecnico del piano: l’articolazione normativa
L’urbanistica moderna in Italia e i suoi strumenti
- Il quadro evolutivo della disciplina urbanistica dopo la formazione dello Stato Unitario: un viaggio e un mi-raggio
- La legge urbanistica nazionale: le condizioni di partenza e le pratiche concrete
- Tra strumentazione ordinaria e strumentazione specialistica: l’urbanistica come architettura a grande scala, la ricostruzione del territorio e delle città
- L’avvio dell’urbanistica ordinaria: sintesi delle generazioni dei piani dal dopoguerra e la questione del dop-pio regime dei suoli e la rendita
- I piani nelle esperienze regionali e i tentativi di governo locali della rendita fondiaria urbana
- Gli anni Novanta: dal PRG unico al suo sdoppiamento in parte strutturale e parte operativa
- La critica all’urbanistica moderna e il suo superamento
Il piano come infrastruttura decisionale e guida alla trasformazione fisico-economica-sociale
- Il ruolo dei soggetti e i processi partecipativi
- Il piano come progetto di sviluppo locale
- Il piano come strumento di garanzia di sostenibilità, resilienza e adattabilità
- Il monitoraggio come fase di controllo sociale
Modalità della didattica
L’organizzazione della didattica è mirata a che il processo di formazione e di sperimentazione necessario per sostene-re l’esame avvenga durante lo svolgimento del Laboratorio.
Attraverso le modalità della didattica il Corso intende fornire agli studenti:
a) una formazione culturale di base, affidata alle lezioni teoriche e allo studio della bibliografia e del glossario, reperibile sulla piattaforma moodle.
b) un’informazione tecnica di base, affidata prevalentemente alle lezioni delle discipline caratterizzanti, ai riferimenti tecnici forniti durante lo svolgimento del laboratorio, anche questi reperibili sulla piattaforma moodle.
c) una formazione di base di carattere applicativo, affidata all’esercitazione annuale di laboratorio, da svolgersi da soli o in gruppo di max 3 persone.
Il corso è pertanto articolato in cicli di lezioni teoriche, esercitazioni pratiche, revisioni collettive e discussioni, così strutturate:
a) le lezioni teoriche sono finalizzate a formare gli studenti sulle problematiche e sui contenuti dell’urbanistica stori-cizzandone la dinamica e a fornire altresì gli strumenti tecnici, concettuali e metodologici necessari per le applicazio-ne di laboratorio
b) Le esercitazioni sono obbligatorie e finalizzate ad istruire gli studenti all’applicazione di alcuni strumenti discipli-nari specifici e allo studio di una proposta progettuale nel campo della pianificazione urbanistica.
Frequenza
La frequenza al Laboratorio è obbligatoria. L’accertamento di frequenza è fatto durante lo svolgimento delle lezioni. Si considera utile, e vale anche ai fini della valutazione finale di accreditamento, una presenza non inferiore al 75% delle lezioni effettive. Sono esonerati da questo consiglio gli studenti lavoratori certificati come tali, che dovranno concordare con il docente coordinatore le modalità di organizzazione dello studio e della relativa esercitazione.
L’esame sarà orale (o scritto, su richiesta dello studente), con la presentazione degli elaborati predisposti per l’esercitazione e del Diario di lavoro. Nel caso di esercitazione di gruppo l’esame è individuale e verterà sugli argomenti trattati nelle lezioni teoriche e nella bibliografia, nonché sull’esercitazione finale.
Modalità d'esame
L’esame sarà orale (o scritto, su richiesta dello studente), con la presentazione di progetto urbanistico alla scala locale, nonché degli elaborati predisposti per l’esercitazione e del Diario di lavoro (vedi guida all’esercitazione).
Nel caso di esercitazione di gruppo l’esame è individuale e verterà sugli argomenti trattati nelle lezioni teoriche e nella bibliografia, nonché sulla valutazione dell’esercitazione annuale.
Studenti Erasmus
Per gli studenti Erasmus provenienti dai Paesi a lingua spagnola, oltre a seguire regolarmente il corso, dovranno pre-disporre una esercitazione usando il seguente manuale:
I. Bentley, A. Alcock, P. Murrain, S. McGlynn, Hacia un diseño urbano y arquitectónico más humano. Manual Prácti-co, Gustavo Gili, Barcelona 1999.
Per gli studenti proveniente dai Paesi a lingua anglosassone, oltre a seguire regolarmente il corso, dovranno predi-sporre una esercitazione usando il seguente manuale:
I. Bentley, A. Alcock, P. Murrain, S. McGlynn, Responsive Environments. A manual for designers, Routledge, London 1985 (nuova edizione).
Bibliografia essenziale
• F. Selicato, F. Rotondo, Progettazione urbanistica. Teorie e tecniche, McGraw-Hill, Milano 2010
• F. Rossi Prodi, G. De Luca, G. Gorelli, M. De Santis, S. Stanghellini, Abitare sociale. Modelli architettonici e urbanistici per l’abitare sociale, Altralinea, Firenze 2014 (e.book)
• P. Gabellini, Fare urbanistica, Carocci, Roma 2010
• M. Ardielli, Masterplan: né piano né progetto, Inu Edizioni, Roma 2012 (e.book)
A questi testi bisogna aggiungere tre utili manuali, scaricabili gratuitamente in rete:
- Osservatorio Città Sostenibili, Il manuale urbanistico invisibile. La sintassi della città disgregata, Working paper P06/07
http://www.ocs.polito.it/biblioteca/wp/paesaggio/wp_p0607.pdf
- Community Network, Regione Emilia-Romagna, Guida alla fotointerpretazione per l’aggiornamento dell’uso del suolo con immagini Agea 2008, Bologna 2009
http://www.regione.emilia-romagna.it/temi/territorio/cartografia-regionale/vedi-anche/uso-del-suolo/pubblicazioni/Manuale%20fotointerpretazione%20Agea2008.pdf/view
- Environment, Heritage and Local Government, Urban Design Manual. A best practice guide, Part 1 e Part 2, May 2009 http://www.environ.ie/en/Publications/DevelopmentandHousing/Planning/
- Regione Toscana, Piano di Indirizzo Territoriale, Abachi delle invarianti http://www.regione.toscana.it/-/piano-di-indirizzo-territoriale-con-valenza-di-piano-paesaggistico
Bibliografia consigliata
• G. Astengo, «Cambiare le regole per innovare», Prolusione per il Conferimento della Laurea ad honorem in Pianificazione territoriale e urbanistica, Università degli studi di Reggio Calabria, 24 marzo 1990, ora in F. Indovina, a cura di, La ragione del piano. Giovanni Astengo e l’urbanistica italiana, F. Angeli, Milano 1991
• P. Colarossi, A. Latini, La progettazione urbana, vol. 1 “Principi e storie” cap. 3; vol. 2 “Metodi e materiali” cap. 2 e cap. 5; vol. 3 “Declinazioni e strumenti” cap. 2, Il Sole 24 Ore libri, Milano 2008-2010
• R. Koolhaas, Fundamentals. Catalogo della Biennale di Architettura, Venezia 2014
• A. Magnaghi, Il progetto locale, Bollati Boringhieri, Torino 2000
• L. Spagnoli, Storia dell’urbanistica moderna, Zanichelli, Bologna 2012
• F. Steiner, Costruire il paesaggio: un approccio ecologico alla pianificazione del territorio, McGraw-Hill, Milano 1994
• B. Secchi, Prima lezione di urbanistica, Laterza, Bari 2004
Altra bibliografia di approfondimento di specifici argomenti sarà fornita durante lo svolgimento del Laboratorio.
ESERCITAZIONE
Scopo dell’esercitazione è quello di addestrare lo studente verso alcuni fondamentali aspetti della pratica urbanistica corrente. Il suo svolgimento costituirà momento di verifica dell’apprendimento delle modalità, tecniche e nozioni della disciplina urbanistica connessa alla pianificazione generale e a quella operativa.
Istruzioni generali sull’esercitazione: Numero minimo di Tavole (A1-A0) da presentare: 8 + 1 facoltativa + Diario del Lavoro